Si è chiuso domenica 7 agosto con l’entusiastico concerto di Steve Lukather (fondatore dei Toto e straordinario chitarrista) la quinta edizione di “TriesteLovesJazz” Il festival, promosso dal Comune di Trieste ed organizzato assieme alla Casa della Musica nell’ambito delle manifestazioni estive.

 

32 concerti in 16 giorni nelle location di Piazza Hortis e nella nuova cornice del Castello di S. Giusto (di grande impatto il palcoscenico allestito nel prezioso scenario storico) con protagonisti d’oltreoceano della scena del jazz mondiale, centinaia di artisti italiani ed europei di primo piano e numerosi musicisti della nostra città e della regione hanno riconfermato l’alto profilo musicale e la vocazione internazionale del festival.

 

Le serate sono state caratterizzate, in alcuni casi anche a dispetto delle condizioni atmosferiche, da una costante, numerosissima ed attenta partecipazione di pubblico tra cui moltissimi stranieri che hanno apprezzato la vivace atmosfera della città animata delle qualificate proposte musicali.

 

Il premio “Franco Russo”,  il premio “Lelio Luttazzi”  per giovani pianisti promosso dall’omonima fondazione,  la presenza del gruppo di musica d’assieme del corso di jazz del Conservatorio Tartini e  “Black Attitude”, la sezione nata quest’anno dedicata ai linguaggi musicali che hanno una stretta parentela con il jazz, sono state interessanti occasioni per valorizzare le nuove generazioni di musicisti ed avvicinare ancora di più il pubblico dei giovanissimi.

 

Tra i tanti protagonisti del festival i New York Voices (gruppo di punta della musica vocale statunitense e più in genere mondiale) – che hanno dovuto interrompere la performance dopo soli tre brani a causa del grave maltempo, pur davanti a un pubblico foltissimo –  hanno dato un assaggio della loro straordinaria presenza che speriamo si possa riconfermare in una nuovo concerto nel corso della prossima edizione del festival (gli artisti hanno dato loro piena disponibilità). Anche il quartetto di Abercrombie, Berlin, Erskine e Sheppard, quattro leggende assolute della storia del jazz, ha offerto una pagina indimenticabile del festival: tra standard rivisitati e brani originali, i quattro artisti hanno inchiodato la platea come solo quattro icone mondiali avrebbero potuto fare. Ma anche l’incantevole presenza di Andromeda Turre (artista originalissima, che ha dato saggio anche di ottima compositrice), il ritorno a Trieste del chitarrista Andrea Allione, e soprattutto la performance straordinaria del trio Stockhausen-Comisso-Thomè (una pagina sublime e di questo festival) sono alcuni tra i momenti di altissimo livello che il festival ha offerto alla città (come sempre tutti gli eventi erano a ingresso libero, confermando una scelta importante da parte dell’organizzazione).