Al via il 20 luglio la quinta edizione di TriesteLovesJazz. Il festival, promosso dal Comune di Trieste e organizzato assieme alla Casa della Musica/Scuola di Musica 55, è appuntamento oramai consolidato e di anno in anno sempre più atteso all’interno delle manifestazioni estive regionali. I più di trentadue concerti in programma animeranno fino al 7 agosto gli spazi di Piazza Hortis e la nuova, suggestiva, location del Castello di San Giusto. Si rinnova dunque, come già per le edizioni precedenti, la volontà di offrire a Trieste e per Trieste eventi di elevato contenuto artistico e sicuro richiamo per il turismo culturale.

 

Le partecipazioni di protagonisti d’oltreoceano della scena del jazz mondiale al fianco di  artisti italiani ed europei di primo piano confermano l’alto profilo musicale e la vocazione internazionale del festival, mentre la presenza di numerosi musicisti della città e della regione continua ad accreditare TriesteLovesJazz come un’occasione importante di visibilità e confronto dell’intensa e qualificata attività musicale del nostro territorio.

 

L’edizione 2011 in particolare si rivolge soprattutto ai giovani: il premio “Franco Russo”, il premio “Lelio Luttazzi” per giovani pianisti promosso dall’omonima fondazione in collaborazione con Veneto Jazz e la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi, la presenza del gruppo di musica d’assieme del corso di jazz del Conservatorio Tartini e  infine “Black Attitude”,  la neonata sezione del festival organizzata in collaborazione con in orbita  e dedicata ai linguaggi musicali contemporanei che hanno una stretta parentela con il jazz, saranno soltanto alcune delle occasioni per valorizzare le nuove generazioni di musicisti ed avvicinare ancora di più il pubblico dei giovanissimi.

Il Premio “Russo” è già ben noto al pubblico del Festival e quest’anno ospita sul palcoscenico i vincitori di tutte le edizioni fin qua svoltesi: lo scopo è di dar vita a un nuovo gruppo formato proprio da questi giovani talenti; il premio “Luttazzi” è un’occasione per ricordare il Maestro e per concedere a un musicista giovane e promettente la possibilità di specializzarsi alla New School for Jazz and Contemporary Music di New York. Anche il Conservatorio Tartini è chiamato a mettere in gioco le proprie forze; infine le contaminazioni più variegate con i linguaggi giovanili come il rap, il soul, il funk sono al centro dell’originale parentesi di “Black Attitude” . Ma non mancherà neppure lo spazio per le attività parallele di approfondimento, come la prova aperta al pubblico di Bandorkestra, in collaborazione con l’associazione Bandorkestra,  prevista per Giovedì 28 Luglio alle ore 19.00 presso l’Auditorium di Casa della Musica in via dei Capitelli, 3. L’intento è quello di illustrare a chiunque sia interessato il metodo di lavoro e di sperimentazione che ha portato in questi anni l’ensemble a sviluppare un’identità compositiva ed esecutiva molto originale che ha ottenuto importanti riscontri di critica e di pubblico in tutt’Italia.

 

 

Tra i nomi internazionali di maggior rilievo che calcheranno il nuovo palcoscenico di San Giusto ci sono i New York Voices, uno tra i gruppi vocali attualmente più riconosciuti in America e non solo: straordinaria fantasia nell’improvvisazione jazz e una vocalità spontanea, senza artifici e di eleganza e precisione incomparabili sono le loro caratteristiche principali. Sulla scena musicale da oltre vent’anni e il loro stile si inserisce nella tradizione di Manhattan Transfer, Singers Unlimited, Lambert, Hendricks & Ross. Nel loro repertorio si intrecciano jazz, musica brasiliana, musica classica, rhythm & blues, pop: tutti generi affrontati con una freschezza, una vitalità espressiva ed una personalità stupefacenti. Il gruppo ha inciso il primo disco nel 1989 per la GRP e da quel momento ha collaborato con i nomi più in vista del panorama musicale, da Ray Brown a Bobby McFerrin, dalla Count Basie Orchestra a George Benson a Jon Hendricks e moltissimi altri.

 

O, ancora, il quartetto J.Abercrombie J.Berlin P.Erskine B.Sheppard, che riunisce quattro autentiche leggende della musica, con alle spalle collaborazioni decennali con i più importanti musicisti del mondo; impossibile racchiudere in poche righe una parte così importante della storia del jazz contemporaneo: quattro fuoriclasse assoluti, che da decenni emozionano il pubblico con concerti indimenticabili, divenuti essi stessi icone della propria musica e del proprio strumento. E Steve Lukather, fondatore dei Toto, pluripremiato ai Grammy Awards e stimato sin dagli anni Novanta anche come solista, per il suo originale stile che attinge al jazz-rock e al fusion.

E tra i tantissimi ospiti di piazza Hortis, un eccezionale trio di “apolidi della musica”, nel quale libertà, improvvisazione, sperimentazione sono i principali criteri espressivi: si tratta di Markus Stockhausen, figlio del grande Karlheinz – che per lui e con lui ha lavorato molto – e “prodigio della tromba” (come lo definisce il Times) esibitosi sui più grandi palcoscenici, dalla Scala al Royal Opera House; Angelo Comisso (pianoforte) pianista istintivo, che affronta con naturalezza, oltre al jazz,  repertori classici così come complesse partiture contemporanee; e Christian Thomè, di scuola tedesca, dalla grande attenzione alla rifinitura del tocco, che ha suonato con grandi nomi come Peter Kowald, Micheal Moore, Achim Kaufmann. Un trio di grande spessore, già rodato dai tempi del primo album “Lichtblick … prima, altrove”, del 2005 e in vista di un prossimo lavoro discografico.

E ancora, le atmosfere spagnole del gruppo Jazz Hondo, del chitarrista compositore spagnolo Angel Rubio, che portano a Trieste colori nuovi: Jazz Hondo si inserisce nel campo delle nuove tendenze del flamenco, nella “fusione” di questo genere, principalmente con il jazz che diviene un omaggio sincero e commosso, senza sovrastrutture virtuosistiche, all’universalità della musica. Tra i ritmi tipici del flamenco (bulería, martinete) armonie jazzistiche e lontane arie medievali, Jazz Hondo viaggia dalle atmosfere arabe ai profondi e sofferti canti delle miniere della Spagna.

 

E poi Andromeda Turre, lead voice storica del team vocale di Ray Charles, oggi molto ammirata negli Stati Uniti come solista; Adam Holzman, per anni direttore musicale della band di Miles Davis, definito uno dei migliori tastieristi al mondo (Keyboard Magazine) e uno dei musicisti più innovativi nella ricerca fusion; Rick Stone, quotato chitarrista dell’odierna scena newyorkese, tra i più apprezzati strumentisti “straight-ahead”; fino al nuovo progetto tutto italiano “Roar at the door” con alcuni dei migliori nomi italiani, tra i più riconosciuti in Europa e oltre (Francesco Bearzatti, Mauro Ottolini, Raffaello Pareti e Walter Paoli).

 

 

La band di Al Castellana (Soul Combo), cantante, autore e arrangiatore di punta della scena soul e funk italiana, il Giovanni Maier New Orleans project (Luca Calabrese, Giuliano Tull, Lauro Rossi,  Giovanni Maier,   U.T.Gandhi) che elabora un nuovo percorso tra le radici del jazz e le sue espressioni contemporanee; il nuovo progetto blues di Trisciuzzi-Beccari e il repertorio contemporaneo tanto originale del vibrafonista Gabriele Petracco (con Ruzzier e Scaramella), sono solo alcune delle proposte della nostra regione che TriesteLovesJazz vuole proporre, tutte ampiamente consolidate anche al di là del nostro territorio.

 

programma dettagliato su: www.triestelovesjazz.com