Martedì 27 luglio, dopo le tre entusiasmanti serate di grande jazz internazionale che hanno stregato piazza Unità, il festival torna in piazza Hortis con la Trieste Early Jazz Orchestra, un ensemble di recente costituzione che raccoglie alcuni fra i migliori strumentisti della scena locale, in alcuni casi  noti anche in ambito jazzistico internazionale. Il line up è costituito da un violino,due sax alti, un sax tenore, due trombe, trombone, bassotuba, chitarra,pianoforte, batteria ed un cantante. La direzione è di Livio Laurenti, anche direttore della Joplin Ragtime Orchestra. È stata sua l’idea di continuare il percorso iniziato con la JRO per esplorare i dieci anni che vanno dal 1920 al 1930, quando il ragtime fu accantonato per dare spazio
al jazz nelle sue prime forme orchestrali allargate. È interessante notare come l’organico rappresenti , in forma ridotta, il nucleo di quello che sarebbe diventato, qualche anno più tardi,  l’organico delle big band. Qui il bassotuba sostituisce il contrabbasso e il violino ed il cantante esaltano i brani melodici. Gli arrangiamenti sono originali d’epoca e comprendono composizioni di  Ellington, Henderson, Gershwin e molti altri del periodo. L’organico è formato da SEBASTIANO FRATTINI, VIOLINO; GIULIANO TULL, MARCELLO SFETEZ, PIERO PURINI: SAX; FLAVIO DAVANZO, ROBERTO SANTA GATI: TROMBE; ALESSANDRO MARAS: TROMBONE; MARKO RUPEL: TUBA; GIULIO SCARAMELLA: PIANO; MARCO STEFFE’: CHITARRA; GABRIELE PETRACCO: BATTERIA ; PAOLO VENIER: VOICE; LIVIO LAURENTI: DIRETTORE CONDUC TING).

A seguire un trio d’assi argentini, che portano una raffinatissima pagina di tango a Trieste: Los Inaudibles Trio. L’ensemble è formato da TOMAS GUBITSCH: CHITARRA; JUANJO MOSALINI: BANDONEON; CARLOS BUSCHINI: BASSO.
Tutti musicisti che hanno passato gli ultimi vent’anni di carriera suonando, in giro per il mondo, tra gli altri, con Astor Piazzolla, Gotan Projet, Rodolfo Mederos, Luis Bakaloff, Mercedes Sosa, Juan Carlos Caceres, solo per citarne alcuni. Questi tre virtuosi argentini si ritrovano per dare vita a un trio che rilegge il tango in modo molto originale, un viaggio dell’immaginario, nel profondo sud del mondo (nella foto: Carlos “el tero” Buschini).
Juanjo Mosalini (foto in allegato), erede della tradizione del bandoneòn, ha quindici anni di carriera alle spalle, che lo hanno reso figura chiave dell’avanguardia musicale argentina ed europea. Ha fatto parte per anni del quartetto di Luis Bacalov – con cui ha composto tra l’altro anche Misa Tango, Stabat Mater ed il Concerto Triplo – ed è stato scelto dallo stesso Bacalov come strumento solista per la sua opera in musica Y Borges Cuenta Que. Ha partecipato a varie tournée dei Gotan Project e, in Italia, ha collaborato con Francesco Guccini e Lucilla Galeazzi. È membro stabile del quintetto di Tomás Gubitsch, solista di alcune importanti orchestre e grande interprete di pagine di tango contemporaneo. Carlos Buschini (foto qui di seguito) è bassista e compositore e suona con affermati musicisti latino-americani (Flaco Biondini, Luis Agudo, Gustavo Ovalles, Javier Girotto) e nelle migliori formazioni di settore (Los Angeles Negros, Los Tambores del Sur, Cordoba Reunion, Horizons Quartet, World Tango Project, Cuarteto Nuevo Tango). Ha partecipato alle registrazioni di diverse produzioni discografiche tra cui alcune realizzazioni di proprie composizioni: lo scorso anno lo si ricorda a Trieste con i Gaia Cuatro. Tomás Gubitsch è uno dei migliori chitarristi di tango al mondo. Nato nel 1957 a Buenos Aires, a soli 17 anni è già una star in Argentina con il gruppo rock Invisible, che riempie i palazzetti dello sport con migliaia di persone. Contemporaneamente è già sulla scena del tango, suonando con Rodolfo Mederos e Luis Alberto Spinetta. Nel 1977 il grande Astor Piazzolla gli propone di unirsi al suo Octéto Electrico per una tournée europea, la situazione politica del suo paese lo convince a non fare ritorno in Argentina e al termine della tournée si stabilisce a Parigi. Inizia una intensa attività di solista, con varie formazioni a suo nome, che ottengono grande successo in tutta Europa, registra più di 50 dischi collaborando in ambito jazz, world e contemporanea con grandi musicisti quali: Osvaldo Caló, Jean-Paul Celea, Stéphane Grapelli, Michel Portal, Steve Lacy, Glenn Ferris, Jean-François Jenny-Clark, André Ceccarelli, Pierre Akéndéngué, Mino Cinélu, Nana Vasconcelos, Juan José Mosalini, David Dorantes, Luc Ferrari, Jean Schwarz, Michel Musseau. Con la crescita della sua attività di compositore e direttore d’orchestra, allarga i suoi interessi in campo extra musicale, lavorando per cinema, teatro e danza.