Apre l’ultimo appuntamento del festival internazionale TriesteLovesJazz, domenica 8 agosto alle 21 in piazza Hortis, il duo composto da Franco Toro (chitarra) e Nicole Pellicani (voce): “quando la vibrazione umana diventa musica!”, cita l’inizio della loro presentazione. Dopo essersi incontrati nel 2009, Nicole e Franco si sono capiti subito. Dopo un mese avevano già pronto un vasto repertorio di classici e di perle dimenticate dei più grandi cantautori e autori americani, inglesi e italiani. Dotata di grande versatilità, Nicole ha plasmato sulla pulizia e la spazialità della chitarra di Franco il suo caldo timbro vocale. Essendo ambedue innamorati delle armonie vocali riempiono i vuoti lasciati dall’altro con grande naturalezza, in chiave quasi jazz.

Franco Toro. Chitarrista, cantante e compositore, si è formato nell’ambiente del blues cominciando nei club della sua città natale Trieste espandendo la sua attività sia in Italia che a est (Slovenia, Croazia, Serbia, Ungheria, Austria e Grecia). Chitarrista e cantante versatile ha partecipato a innumerevoli festival e sessions collaborando con veri maestri come Billy Branch, Jimmy Dawkins, Peaches Staten e moltissimi altri. Appassionato di chitarre in tutte le sue forme, costruisce, modifica e personalizza amplificatori e strumenti a corda. Nicole Pellicani ha iniziato la sua carriera di cantante in varie formazioni locali a Monfalcone (Gorizia). La sua attività ha incluso prestazioni da solista o di backing vocalist. Successivamente è stata scelta dalla cantante Elisa (che ricordiamo essere uno degli pop act di punta in Italia) come membro stabile della live band. Nicole ha partecipato al primo acclamato tour dei Tiromancino. Attualmente dopo aver partecipato ad un paio di musical, Nicole si esibisce stabilmente con la band FiloReggae ed il chitarrista Franco Toro.

 

Il secondo concerto dell’ultima domenica è affidato al Mike Sponza Quintet (Mike Sponza, voce e chitarra, Mauro Tolot, basso; Pietro Taucher, hammond; Marco Pandolfi, armonica e voce; Moreno Buttinar, batteria). Blues, soul e rock’n roll sono le parole chiave per descrivere la musica di Mike Sponza, chitarrista, cantante e compositore, da oltre tre lustri sulla scena live europea. Una vita dedicata a sviluppare uno stile blues personale, moderno e ricco di differenti sapori. Uno show che si snoda tra brani originali e raffinati arrangiamenti, una performance dal respiro internazionale. Negli ultimi anni Mike Sponza si affermato a livello europeo con i suoi progetti discografici e gli spettacoli della sua band, mostrando la forte vitalità del blues italiano in una nuova prospettiva.

Un finale “transfrontaliero” con il trio italo-sloveno degli EtnoPloch: Piero Purini al sax, Aleksander Ipavec all’accordion e Matej Spacapan alla tromba. “Ploch”, in dialetto triestino, significa pozzanghera. In senso lato può indicare anche un insieme confuso, sporco e disordinato. Il nome è rimasto ad indicare la scelta musicale di questo trio: un excursus sregolato nella musica etnica, passando senza soluzione di continuità dalle melodie balcaniche – vera culla dei tre musicisti – al klezmer, dalla musica popolare russa ai tanghi argentini, fino ad approdare agli inni gospel, al jazz, al blues.
I tre componenti vantano numerose e prestigiose collaborazioni con musicisti internazionali; come trio si sono esibiti più volte insieme al celebre cantante sloveno Vlado Kreslin.Attualmente collabora con la casa discografica del compianto cantante e autore sardo Andrea Parodi, che intendeva fondere la cultura musicale della Sardegna con quella balcanica. Il trio ha prodotto un proprio cd dal titolo “Pre…prosto – Semplicemente troppo liberi”, ottenendo un notevole successo di vendita e lusinghieri apprezzamenti della critica. Etnoploch trio ha partecipato al Concorso internazionale “Città di Castelfidardo”, ottenendo il secondo posto nella categoria “Colonne sonore musica per film”, alla rassegna Udine Jazz, Tavagnacco Jazz e a Flumini Jazz&World – Premio Andrea Parodi.
           

Ottimo il successo delle serate precedenti, con uno spettacolare tributo a Stevie Wonder (4 agosto in piazza Hortis), affidato alle note del Martina Feri Group (Martina Feri, voce e piano; Marko Cepak, chitarra, Giuliano Tull, sax, Pietro Spanghero, basso; Manuel Kos, batteria). Dal vastissimo repertorio del celeberrimo cantautore e polistrumentista il gruppo ha proposto brani indimenticabili come Lately, Ribbon in the sky, Sir Duke e molti altri, riarrangiati in chiave jazzistica.
Leader del gruppo è la giovane cantante Martina Feri, già insegnante di canto moderno e jazz alla Scuola di Musica 55 di Trieste e alla Roland di Gorizia. Diplomata nel 2003 al Conservatorio “G. Tartini” di Trieste, dove sta concludendo il corso triennale in didattica della musica, studia anche musicoterapia presso l’Artem di Udine (con corsi di terapia vocale, strumentale e di danza). Canta sin da bambina, quando collaborava con molti gruppi corali, e si impegna anche nel canto lirico con Cristina Guarino, per passare al jazz con Maja Jakupović e Ines Reiger a Graz (Austria) e con Irena Vidic a Lubiana. Ha frequentato il corso di canto jazz (prof. Karoline De Rooij) presso il Conservatorio della Carinzia a Klagenfurt. Nel 2005 ha preso parte dei laboratori del festival Umbria Jazz Clinics a Perugia (Italia), dova l’hanno seguita Donna McElroy (jazz vocal) e Dennis Montgomery III (gospel), ambedue insegnanti del Berklee College of Music di Boston; lo stesso anno ha preso parte al workshop Jazzinty a Novo mesto (Slovenia) nella classe di Miles Griffith; nel 2007 ha frequantato il “Masterclass di interpretazione stilistico vocale” diretto dalla cantante Tosca. Ha al suo attivo molte collaborazioni tra cui quella con il chitarrista Marko Feri (2. premio al concorso nazionale Hit Festival 2004 a Saint Vincent – Aosta (Italia), 2. premio al concorso nazionale JazzOnLive 2006 a Brescia (Italia), con il chitarrista jazz Marko Čepak; con il pianista Aljoša Starc; con il Gorni Kramer Quartet (musiche radiotelevisive italiane e francesi della metà del XX. Secolo); con l’Etnoploč Trio, i Kraški ovčarji e l’Adriatic Ensemble, oltre che con moltissimi strumentisti triestini (Paolo & Stefano Bembi, Davide Casali, Iztok Cergol, Sofia & Laura Cossutta, Aleksander Ipavec, Aljosa Jeric, Martina Kafol, Jasna Merkù, Andrejka Mozina, Jana Pecar, Daniela Picoi, Piero Purini, Luciano Santin, Ornella Serafini).

Sulla scena poi il Funambolique Quartet, composto da Sebastiano Crepaldi (flauto), Ermes Ghirardini (percussioni), Giorgio Pacorig (pianoforte), Luca Demicheli (contrabbasso), formazione nata nel 2008 da esperienze musicali in teatro e poi evolutasi in ensemble autonomo con la partecipazione ad alcuni festival nel 2009. L’idea alla base del progetto è quella di formare un gruppo adatto a creare, oltre al concerto live, altre situazioni sonore e musicali destinate a reading, spettacoli teatrali, film, video, mostre d’arte e quant’altro sfruttando le qualità evocativo-narrative della musica scritta e dell’improvvisazione per la narrazione di una storia. Il concerto è composto prevalentemente da musica originale caratterizzata dalla presenza di parti scritte e arrangiate affiancate da parti improvvisate jazzisticamente o più liberamente. Alcune musiche sono state espressamente scritte per teatro e riarrangiate in “forma brano”, altre direttamente create per l’ensemble pur mantenendo sempre un significato evocativo di uno scenario o di un personaggio. Nel concerto vengono talvolta aggiunti brani sia tradizionali che originali di autori storicamente impegnati nel campo del jazz narrativo e della musica contemporanea ( tra cui John Zorn e Charlie Mingus).
Nel 2010 l’uscita del primo cd.

Una serata rivolta alle più diverse sonorità del mondo, quella di sabato 7 agosto (ore 21, piazza Hortis), ospiti il duo Alessandra Franco (voce) – Alexander Ipavec, l’ensemble Imagens Quartet nel progetto speciale dedicato a Celso Machado e il Quartetto di Marco Castelli.

 

Segnalata tra i migliori nuovi talenti del jazz italiano nella classifica”TOP JAZZ 2002″, Alessandra Franco si esibisce in Italia come cantante di jazz, musica etnica (in particolare fado portoghese, tango e canzoni da diverse parti del mondo: dal Sud America, a Capo Verde, alla Grecia e Balcani, alla Russia, a Napoli) e musica improvvisata, collaborando con diversi artisti (danzatori, attori, scultori, performers) nella creazione di nuovi spettacoli. Attiva anche nel campo della ricerca vocale, collabora con gruppi di musica elettronica ed ha al suo attivo diverse incisioni e collaborazioni con musicisti di jazz quali :Dino Saluzzi, Anya Lechner, U.T.Gandhi, Giovanni Maier, Andrea Allione, Nevio Zaninotto, Zeno Derossi, Riccardo Morpurgo, Bruno Romani, Flavio Davanzo, Maurizio Ravalico, Eduardo Contizanetti, Daniele Dagaro, Giuliano Tull, Andrea Lombardini, Ermes Gherardini, Marco Collazzoni, Stefano Solani, Alessandro Cristilli, Alessandro Ricci. Approfondisce la tecnica vocale a Siena Jazz con Fabrizia Barresi e DanilaSatragno e la ritmica con Francesco Petreni. Tra le altre collaborazioni si ricordano l’Accademia di Musica popolare del Testaccio di Roma, la compagnia di danza contemporanea “Arearéa “di Roberto Cocconi (nello spettacolo Le Mura e ne La terra); la composizione (e l’incisione assieme a Alessandro Montello) della colonna sonora per Accanto a Tina, piéce di LuisaVermiglio, commissionata dal teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, varie performance con U.T. Gandhi, il Serenade Ensemble, i “Civici Coridi Milano”, il trio d’archi Clobeda’s; ha un suo quintetto (Earthbeat Ensemble) con Flavio Davanzo alla tromba, Riccardo Morpurgo al pianoforte, Andrea Lombardini al basso, U.T. Gandhi alla batteria, con cui incide Los Lugares Del Sueño (prodotto da “Artesuono”), segnalato tra i primi 20 migliori dischi e tra i migliori gruppi italiani nella classifica “TOP JAZZ 2002”; incide anche con Valter Sivilotti (Personalmente), partecipa a “Vocalia”; con Eduardo Contizanetti suona in duo un repertorio sudamericano e portoghese (Amalia Rodriguez, tango argentino e canzoni d’autore tradizionali). Ha all’attivo sei incisioni discografiche. Accanto ad Alessandra Franco, a Trieste, il fisarmonicista Alexander Ipavec che per l’occasione (in un duo già consolidato e apprezzato in tutta la regione) imbraccia il bandoneon per un repertorio popolare rivisitato con fascino e passione e una straordinaria affinità musicale e di spirito che unisce i due solisti.

Secondo ospite è il Brasile di Celso Machado, cui l’Imagens Quartet (Sergio Giangaspero e Sara Piran, chitarre; Luca Demicheli, basso. Pai Benni, percussioni) dedica l’intero concerto.
L’ensemble, di cui il chitarrista Giangaspero è ideatore e promotore, è formato da musicisti che, con diversi percorsi, condividono la passione e lo studio della musica brasiliana: oltre al catalogo di Machado, nel suo repertorio il quartetto annovera anche un excursus di brani dei più rappresentativi interpreti dello Choro brasiliano, come Paulinho Nogeira, Pixinguinha, Paulinho da Viola.
Il repertorio musicale brasiliano è una commistione straordinaria di stili: vi si trovano tratti di musica classica occidentale, influenze africane, portoghesi e indigene. Il confine tra classico, jazz e folk è molto più labile in questa musica che in qualsiasi pagina europea. In questo contesto trova una posizione d’eccellenza Celso Machado, un nome che rappresenta sicuramente un pezzo di storia musicale sudamericana: ha portato la musica brasiliana attraverso l’oceano, facendola apprezzare tanto al pubblico della musica “classica” quanto al pubblico del jazz o a certo pubblico interessato alla world music.

Se lo stile di Machado è ben radicato nella ritmica e nell’andamento melodico tipicamente brasiliano, la sua musica assorbe e riflette anche il fascino di molte tradizioni popolari: dalla tradizione europea alla musica bahiana, dalla chacarera nord-argentina alle atmosfere andine, al Baião fino ai brasileri Afoxé, Choro e Samba. Machado fa propri tutti questi stili in un suo linguaggio inconfondibile per un fondamentale contributo all’evoluzione della cultura musicale brasiliana.

Le sue composizioni sono scritte per chitarra sola o per ensemble più grandi e sono eseguite da moltissimi gruppi, oltre che adattate per tutti i tipi di strumenti.
Il Progetto Machado costruito dal quartetto è ispirato in particolare a Imagens do Nordeste, una sorta di Suite in nove sezioni, originariamente scritta per due chitarre (unica partitura disponibile in edizione Lemoine, con cui Machado ha l’esclusiva delle pubblicazioni).


Sergio Giangaspero
, chitarrista, dopo aver iniziato gli studi classici, scopre sin da giovanissimo una grande passione per la musica brasiliana: si specializza, dunque, sulla letteratura musicale popolare e d’autore del Brasile. Ha suonato e suona con diverse formazioni, e accosta al consolidato repertorio brasiliano, anche le musiche tradizionali e caratteristiche di altri paesi e culture (dal Fado portoghese al Tango argentino, dalle Canciones spagnole alla musica Yiddish). L’energia della sue interpretazioni trova l’espressione più diretta nella cura degli arrangiamenti e nella pertinenza delle scelte stilistiche: ogni pagina riflette le atmosfere della terra di cui è testimone. La saudade brasiliana è qualcosa di intraducibile per chi abita in Europa; anche l’allegria di quel Paese porta con sé una condizione del vivere, un’esperienza che va al di là del nostro comune modo di sentire. Qualunque sia la formazione, dalle interpretazioni di Giangaspero, solitamente curatore degli adattamenti ai diversi organici, si stagliano i colori, i movimenti, le nostalgie, gli umori della terra di Rio e Bahia. Ha collaborato e collabora con Alessandra Franco, Denise Dantas, Ornella Serafini, Martina Feri, Sara Piran, Andrea Zullian, Luca Demicheli, Pai Benni e molti altri.

Conclude la serata il suono caldissimo dei sassofoni di Marco Castelli che con il suo quartetto (a lui si uniscono Ermanno Signorelli alla chitarra, Raffaello Pareti al basso e Mauro Beggio alla batteria) si avventura in una straordinaria commistione di stili, nella quale si trovano influenze europee e mediterranee rivisitate con una stupefacente originalità timbrica. Il quartetto di Marco Castelli si muove in uno spazio creativo tra  jazz e musica popolare, tra influenze europee e tradizioni mediterranee. Il repertorio, oltre alle composizioni originali di Marco Castelli, comprende elaborazioni ed arrangiamenti di canzoni italiane di autori come Luigi Tenco e brani di autori come Dulce Pontes, Goran Bregovic e Dollar Brand. Le sonorità del quartetto oltrepassano il linguaggio esclusivamente jazzistico esprimendo un universo sonoro molto personale che conferisce alla musica proposta una particolare originalità timbrica e una vivacità che risulta evidente sia nelle composizioni originali che nella scelta degli autori.

Sassofonista e compositore, Marco Castelli è un artista eclettico, la sua attività si svolge non solo nel jazz ma anche nell’ambito del teatro, della danza e nel vasto territorio della performance intermediale.
Lo stile esecutivo e compositivo che propone è dinamico e nitido, e l’approccio della sua comunicazione musicale gli permette di frequentare vari territori e linguaggi con naturalezza e creatività alternando l’attività di sassofonista e compositore a quella di direttore di big band e sound designer:

I suoi numerosi progetti lo hanno portato negli ultimi anni ad un notevole attività sia in Italia che all’estero. Nella sua carriera ha partecipato a molte produzioni discografiche, sia a proprio nome, che collaborando con artisti prestigiosi tra cui Philip Catherine, Lee Konitz, Markus Stockhausen e molti altri.

Marco Castelli ha partecipato a concerti ed eventi musicali in tutto mondo: Canada, Singapore, Argentina, Perù, Venezuela, Uruguay, Giamaica, Antille Olandesi, Israele, Giordania, Danimarca, Francia, Spagna, Germania, Estonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Lituania, Grecia, Portogallo, Romania…..partecipando a importanti festival tra cui Montreal Jazz Festival, Singapore Arts Festival, Copenhagen Jazz Festival, Atene Jazz, San Sebastian.

Nella sua carriera ha realizzato e partecipato a molte produzioni discografiche (la più recente quella come direttore di BandOrkestra, nel CDB andando che sta ottenendo notevole successo di pubblico e di critica a livello nazionale) e ha collaborato con artisti prestigiosi tra cui Philip Catherine, Lee Konitz, Markus Stockhausen, Pietro Tonolo,  Luis Agudo, Cheryl Porter, Gianluca Mosole, Ares Tavolazzi, Paolo Birro la Keptorchestra con E. Rava, Massimo Manzi, Tolo Marton, Sandro Gibellini, Marco Tamburini, Roberto Rossi, Mauro Beggio, Giovanni Maier, l’Europlane Orchestra, Il Traditional Jazz Studio di Praga, Pietro Condorelli, Marcello Tonolo, Francesco Bearzatti, Mark Abrams, ed anche Alda Merini, Alessandro Baricco, Vitaliano Trevisan, Paolo Puppa, Wanda Moretti, la Compagnia Petit Soleil, la Compagnia Il Posto, il Teatro ‘La Contrada’, il Theate En Vol, la Biennale di Venezia e molti altri.