Piazza Hortis si arma di palcoscenico e platea per aprirsi al pubblico e
accogliere la prima serata della quinta edizione di TriesteLovesJazz
mercoledì 20 luglio a partire dalle ore 21
.
Il primo appuntamento è con il Premio Franco Russo (che Slivia, la
moglie del grande musicista triestino con tanto entusiasmo e generosità
promuove e sostiene da quattro anni) che porta in scena i giovani vincitori
delle edizioni fin qui svolte (Daniele Raimondi alla tromba, Giovanni Cigui
al sax, Emanuele Grafitti alla chitarra e Enrico Zanisi al pianoforte,
coadiuvati dal basso di Simone Serafini e dalla batteria di Aljosa Jeric
).
Il festival conferma da subito quindi la sua attenzione ai giovani (questa solo
la prima delle tante proposte “con” e “per” loro): l’organizzazione oltre a
mettere a disposizione il palcoscenico, si augura e lavora affinchè
dall’incontro di queste nuove leve possa emergere un nuovo progetto comune, che
si consolidi come collaborazione costante e produttiva per il futuro.

“Mi piace pensare che questi dotati musicisti all’inizio della loro
promettente carriera potrebbero essere i nipoti dei grandi musicisti triestini,
come Franco Russo o Lelio Luttazzi che ricordiamo nel nostro festival: è
importante essere una buona piattaforma di questo  passaggio del testimone
che guarda al futuro”: così spiega il coordinatore del festival, Gabriele
Centis.

 

Il jazz dal vivo è un appuntamento abituale
sulle  frequenze regionali, grazie a  Jazz&Dintorni a cura
di Piero Pieri  per i programmi in lingua italiana e a Tetrja izmena
di Aleksi Jercog per i programmi in sloveno.

Infatti il primo mandato istituzionale della rete
pubblica è proprio quello di rispondere nel modo più completo possibile ai
bisogni
culturali del territorio – spiegano alla RAI – e la scelta è
caduta su TriesteLovesJazz perché è un festival nato da poco che ha la
capacità di assemblare programmi freschi, rivolto al pubblico esigente e
apprezzato anche da quello meno specialistico con scelte brillanti e molto
diverse rispetto ad altri analoghi “contenitori”
.

La direzione artistica propone scelte di alto
livello, non soltanto attente al jazz ma anche a linguaggi musicali ad esso
vicini, senza voler cercare forzatamente un facile consenso  con proposte
ammiccanti o di facile impatto, ma piuttosto cercando di far conoscere
territori inesplorati e non ancora conosciuti al pubblico più vasto
.
Inoltre TriesteLovesJazz non si limita a guardare oltre i confini musicali, ma
si estende anche agli approdi culturali e territoriali: la rassegna
infatti ha coinvolto e coinvolge diverse proposte del centro Europa tra le
più innovative e meno facilmente reperibili
(dalla vicina Slovenia, fino
all’Austria, la Polonia, la Repubblica Ceca) aprendo così nuovi percorsi di
ascolto.

Sono dunque queste le motivazioni che hanno
confermato la presenza della RAI FVG al festival, e i concerti scelti
dalle strutture di programmazione ne sono testimonianza: non le star internazionali
quindi, ma proprio le performance attente al territorio e all’innovazione sono
quelle scelte per le registrazioni.



La serata d’esordio, come consuetudine per tutti gli appuntamenti in
piazza Hortis, lascia spazio a un’altra performance: nel caso di mercoledì 20
si tratta del progetto Jazz Hondo, che viene dalla Spagna ed è
guidato dal chitarrista e compositore Angel Rubio (con lui Ander
García Bustamante al basso; Patxi Pascual: al flauto, al sax e al clarinetto e
Giancarlo Spirito alle percussioni e alla batteria
).
Lo spettacolo è una delle testimonianze più
riuscite nell’ambito delle nuove tendenze del flamenco, e fonde le
caratteristiche della danza spagnola con il jazz in primis e con altri generi
collaterali. Una ricerca attenta e profonda guida le scelte musicali di Jazz
Hondo, nelle quali le citazioni al mondo del jazz e del flamenco non peccano di
sovrastrutture virtuosistiche fredde e fini a se stesse, ma rappresentano un
omaggio commosso (e commovente) alla musica e a tutte le sue possibili
contaminazioni. Tra i ritmi tipici del flamenco (Bulería, Martinete) armonie
jazzistiche e arie medievali, Jazz Hondo è un viaggio tra paesaggi musicali
arabi e sofferti canti delle miniere della Spagna.

 

E c’è già grande attesa per
l’arrivo dei New York Voices al Castello di San Giusto, giovedì alle ore 21
per una delle performance di vera eccezione a TriesteLovesJazz. I NY Voices
sono
uno tra i gruppi vocali attualmente più riconosciuti in America e
non solo, assolute stelle del panorama internazionale: è straordinaria
fantasia nell’improvvisazione jazz e una vocalità spontanea, senza artifici e
di eleganza e precisione incomparabili sono le loro caratteristiche principali
.
Sulla scena musicale da oltre vent’anni e il loro stile si inserisce nella
tradizione di Manhattan Transfer, Singers Unlimited, Lambert, Hendricks &
Ross. Nel loro repertorio si intrecciano jazz, musica brasiliana, musica
classica, rhythm & blues, pop: tutti generi affrontati con una freschezza,
una vitalità espressiva ed una personalità stupefacenti. Il gruppo ha inciso il
primo disco nel 1989 per la GRP e da quel momento ha collaborato con i nomi più
in vista del panorama musicale, da Ray Brown a Bobby McFerrin, dalla Count
Basie Orchestra a George Benson a Jon Hendricks e moltissimi altri. A Trieste
le quattro voci (Kim Nazarian, Peter
Eldridge, Darmon Meader, Lauren Kinhan) sono accompagnate da CD Bandorf al
pianoforte,  Christian
von Kaphengst al basso, da Gabriel Hahn alla
batteria, per un taglio tipicamente jazz e swing e rivisitazioni pop di
eccezionale finezza.

 

 

 

 

Info: www.triestelovesjazz.com