Dopo il seguitissimo intervento, domenica 29 aprile a “Che tempo che fa”, il format televisivo condotto da Fabio Fazio su Rai 3, Rossana Luttazzi racconta al pubblico di Trieste, a Casa della Musica / Scuola di Musica 55 la recente pubblicazione Einaudi L’erotismo di Oberdan Baciro: il volume, firmato dal grande Maestro Lelio Luttazzi, e portato alla luce dal suo archivio proprio da Rossana, verrà presentato venerdì 18 maggio, alle 18, all’auditorium della struttura triestina. L’incontro, che sarà introdotto da Gabriele Centis, coordinatore di Casa della Musica, vedrà dialogare con Rossana Luttazzi il giornalista, caporedattore delle pagine culturali de Il Piccolo, Alessandro Mezzena Lona. Accanto agli interlocutori anche Marco Ballaben, pianista triestino che ha suonato accanto al Maestro fin nelle sue ultime performance.

È un romanzo che non manca di stupire, quello che Rossana ha restituito alla storia, e ha portato come patrimonio alla Fondazione Lelio Luttazzi, istituita a Trieste dopo la scomparsa del Maestro.
Così cita la scheda di presentazione dell’editore: “Pensate al re italiano dello swing. Immaginatelo al pianoforte, mentre duetta con Sylvie Vartan sulle note di Chi mai sei tu, o accompagna Mina in Una zebra a pois. Mettete a fuoco la postura e i gesti, l’aria signorile, l’ironia composta nella voce. Pensate ancora ai modi aristocratici,e a quell’indolenza oblomoviana che era la sua dichiarata aspirazione, il suo modo per sentirsi libero.

Bene. Adesso dimenticatevi tutto. Perché a dispetto della sua immagine da gentiluomo d’altri tempi che suonava con lo smoking e la gardenia all’occhiello, il Luttazzi scrittore si rivela a dir poco spudorato.

Comicità scatenata e scatenato erotismo: ecco i due binari su cui corre velocissima la cronaca della (breve) vita di Oberdan Baciro, vissuto quanto il fascismo e morto per distrazione.

Figlio unico di madre vedova, devotissima a Dio e al Duce, il piccolo Oberdan è uno di quei rari esseri umani il cui destino si manifesta già nell’infanzia piú tenera. D’altra parte, «quando le cose debbono accadere, non solo accadono, ma precipitano”.

Ma la figura di Oberdan è molto di più dello specchio di un’infanzia turbata: attraverso gli aneddoti, gli episodi di cui si rende protagonista, i contesti sociali e umani cui Baciro si rapporta, emerge una realtà di confine dalle grandi contraddizioni, una visione maledettamente ironica di un infelice periodo storico; ironica, e per questo ancora più severa e niente affatto superficiale. Un destino beffardo che ha ragion d’essere solo in una zona di confine, come quella triestina; una leggerezza tragica che segna i paradossi  e le confusioni del periodo bellico.
Non basta, dunque, la sola chiave di lettura goliardica, per questo cimelio di Luttazzi: è d’obbligo parlarne come di un testo che raduna intelligenza, ribellione, capacità critica, eleganza e spudoratezza di grande stile.

 

Rossana Luttazzi, durante l’incontro, vorrà quindi generosamente condividere con il pubblico la sua esperienza personale di moglie e di compagna dei percorsi artistici del Maestro, attraverso questa recente pubblicazione che si unisce al già cospicuo nucleo di materiali oggi gestiti dalla Fondazione Lelio Luttazzi.